Ieri, proiezione in anteprima al cinema Massimo del film “Waiting”, del Regista Stefano di Polito, in gara all’interno del programma “gLocal, Piemonte Movie”.
Il film apre uno squarcio sul mondo dell’immigrazione a Torino. I protagonisti, i bambini di Porta Palazzo e le loro famiglie. Il tema è quello dell’attesa, l’attesa per un permesso di soggiorno, per un lavoro che non arriva, per una sistemazione dignitosa.
Il plot narrativo incrocia la storia dei bambini di una scuola elementare di Porta Palazzo, che affrontano il tema del tempo, o meglio della sua sospensione, che quì assume quasi una dimensione esistenziale, attraverso la partecipazione creativa ad uno spettacolo di cui sono i protagonisti, a lunghe interviste ai familiari.
Dietro ai racconti degli adulti, emergono storie drammatiche, orrori appena accennati e presentati con una naturalezza che lascia sgomenti, accettati come parte di un destino ineluttabile. Racconti in un italiano faticoso, che non indulgono nei particolari e che ci colpiscono al cuore più per gli sguardi, nelle lunghe pause alla ricerca della parola adatta; a volte, lo si intuisce, persi in un ricordo tristissimo che nessuna parola potrebbe restituire.Tutto questo, sembra dirci il Regista, ci riguarda da vicino, chiama tutti noi ad una responsabilità dalla quale non dobbiamo, e soprattutto non ci conviene fuggire, se abbiamo a cuore il destino delle nostre città. Perché questi bambini, che esprimono tutto l’ottimismo e la fiducia nel futuro di cui si è capaci a quell’età, possono essere le sentinelle e gli alfieri di una battaglia per Città più umane e più sicure. Saranno i loro occhi, le “telecamere intelligenti” di cui abbiamo veramente bisogno?