Ogni luogo custodisce una storia da raccontare e ogni storia può trasformare il destino di un luogo. È il potere dello storytelling, in particolare nell’era della comunicazione digitale, che consente di cambiare le sorti di un territorio, costruendo un immaginario diverso proprio a partire dalla diffusione di una nuova narrazione.
Lunedì 2 ottobre 2017 è anadato in onda in prima serata su Rai 3 il reading di Alessandro Baricco con le musiche di Francesco Bianconi, in diretta dallo Spazio MRF, l’ex centro logistico della Fiat, ora di proprietà della società partecipata Torino Nuova Economia.
In un videopubblicato sul suo profilo Facebook, lo scrittore ci mostra le immagini suggestive di questa ambientazione post-industriale. Alessandro Baricco racconta perché è importante leggere, adesso, Furoredi John Steinbeck, portando alcuni brani del capolavoro americano sull’immigrazione, all’interno della grande fabbrica italiana che diede lavoro a centinaia di migliaia di operai venuti dal Sud Italia.
Durante l’ultimo Salone internazionale del libro di Torinoil reading di Alessandro Baricco, proposto sempre a MRF come un raveletterario, aveva emozionato migliaia di spettatori, di qui la decisione di farne uno spettacolo in prima serata su Rai 3.
La diretta televisiva del 2 ottobre alle 21:15 ha rappresentato il culmine di un progetto di rigenerazione dello Spazio MRF che nasce proprio dall’utilizzo dello storytelling.
Due anni fa, infatti, usciva nelle sale Mirafiori Lunapark, oggi visibile su Raiplay. Il film, prodotto da Mimmo Calopresti, che ho diretto nel 2014, raccontava l’occupazione fantastica della vecchia fabbrica da parte di tre pensionati Fiat (Alessandro Haber, Giorgio Colangeli e Antonio Catania) con il sogno di farne un lunapark, in modo da evitare l’abbattimento del capannone e tramandare la memoria di un’epoca ai bambini del quartiere.
Per girare il film sono stati coinvolti tutti i soggetti attivi del territorio con l’obiettivo di lasciare un’eredità nel quartiere. Il casting si è svolto nel centro anziani, la sartoria è stata allestita nelle sale della chiesa, per la musica è stato chiesto aiuto alla banda del quartiere. Tutti hanno avuto un ruolo attivo, i sindacati, le associazioni ambientaliste, una fondazione di comunità e, soprattutto, Torino Nuova Economia, che ha concesso l’utilizzo di un’area industriale in disuso.
Dopo il successo di pubblico del film, in programmazione per 7 settimane consecutive a Torino e in tutta Italia, grazie a una intuizione dell’amministratore delegato Davide Canavesio, Torino Nuova Economia ha deciso di aprire la vecchia fabbrica a eventi culturali e ricreativi, per farne un nuovo centro di aggregazione in città, chiedendomi di rivestire il ruolo di responsabile della programmazione di quel capannone, ribattezzato Spazio MRF.
Il sogno, raccontato nel film, di riappropriarsi di un luogo simbolico per un’intera nazione è diventato presto una realtà. Si è innescato un percorso di rigenerazione spontanea, dal basso e senza investimenti pubblici, con moltissimi organizzatori di eventi disposti a proporre le proprie attività nello Spazio MRF: mostre d’arte, la prima edizione della Torino Fashion Week, concerti, fiere sull’innovazione, manifestazioni di street-food e persino un lunapark.
La rigenerazione dello Spazio MRF non è un risultato ripetibile in ogni contesto, ma testimonia di un modus operandi che unisce molti operatori culturali, da analizzare ed estendere nelle aree del nostro Paese.
La valorizzazione del territorio passa sempre di più dalla capacità di raccontare scenari futuribili attraverso forme artistiche, oniriche, immaginifiche, che possono diventare realtà grazie al coinvolgimento attivo dei soggetti di un territorio. Lo storytelling al servizio di un luogo per riuscire a descrivere una sceneggiatura in cui tutti i soggetti possono avere un ruolo da protagonista. All’inizio c’è stato un film che ha portato sul grande schermo il sogno di abbattere i muri che da sempre circondano le fabbriche e di trasformare un vecchio capannone in un lunapark, poi la riapertura di quello stesso spazio attraverso eventi temporanei.
Di Stefano di Polito
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